Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Friday, October 28, 2005

quarante et unième jour

Martedì. Vuoto di memoria. Martedì. Corsi: Sociologia soc. europee. Ora si. La conquista della mattina è che riesco a farmi il caffé prima di andare a lezione, e arrivo anche in anticipo. Il livello di attenzione è alto, quello del corso medio, oggi si iniziano gli exposé. La ragazza che presenta un saggio di Sennet fa una cosa tipo: questo è il capitolo 6 inizia dicendo che, poi dice che, e insomma questo e questo, poi un paragrafo su questo, quello, finisce dicendo così; i temi principali secondo me sono uno due tre quattro cinque, non ho capito questo passaggio, cosa ne pensate? Il prof. non fa una piega, si inizia un giro di pareri, mi pare tutto un po’ tautologico, confermiamo le stesse cose, discorso a giro stretto, lui che parla pianissimo. Non so, io sto preparando una cosa un po’ originale con qualche collegamento, qualche riflessione allargata, vorrei portare qualche copertina di giornale, citare dei film. Chissà se sarà apprezzato. Lui -prof- cita Eyes wide shut “tratto da un libro di un austriaco che si chiama si chiama…” suggerisco. Siete sicuro? Si. Ah è vero è vero, doppio sogno, Schnitzler. La ragazza giapponese che farà l’exposé con me è in gamba. Per la terza e quarta ora arriva la pazza dei sistemi sindacali, oggi si parla dell’impresa in Europa. Questa ha fatto consulenza a Tutte le aziende, tutti i gruppi, tutti. La notizia estremamente positiva è che io avendo già iniziato un memoire per Mme Guillemard non devo prepararne un altro per lei. Comunque la domanda più interessante è: come definire un’impresa “europea”? Per il suo capitale, sede sociale, comitato dirigente? Le principali dieci hanno tutte megaprofitti all’estero, sono delocalizzate, internazionali, e allora? Questione ouverte.
Cerco una boulangerie, quella buonissima in rue de Seine, ottima per mezza baguette, ci arrivate da rue Saint André des Arts. Spizzicate tornando all’università.
Incontro Sonia, pranziamo insieme e prepariamo un foglio sul caso Parmalat, dobbiamo presentarlo al corso di strategia, sempre per la pazza. Lei ci sarà solo questa sera quindi decidiamo di presentare la cosa e andarcene con una scusa, veramente non è per niente interessante, non è pigrizia. Ho stampato qualcosa da internet su Parmalat, tagliamo, ricostruiamo, traduciamo. Poi compro “l’art de la guerre” di Sun Tzu per il mio lavoro su Luther Blissett e andiamo a lezione. L’exposé riesce, se vogliamo escludere il fatto che nessun francese conosce Parmalat. Ma la prof. sembra molto divertita quando le diciamo che il documento di 4 miliardi di euro di Bank of America era stampato al computer. Grandi assi del crimine questi italiani. La banda del buco finanziario.
Torno al Foyer, doccia ricostituente e cena con gli altri. C’è la choucroute (vedi commento). I cavoli sono acidi e fanno schifo a tutti, poi arriva Robert e dice “ah, diner allemand” e se ne divora un piatto. Inizia una serie potenzialmente infinita di scherzi e battute. Ma si mangiava durante la guerra. Lo credo bene! Bisogna conservare la tradizione. Si, si, ma se al tempo avessero avuto una bella bistecca vedevi la tradizione dove finiva! Dopo cena compriamo una bottiglia di vino e andiamo a Republique. Io Johannes, Robert, Naima, Guillaume. Alle 9.30 l’idea geniale. Guillaume: E’ presto, perché non andiamo in quel posto vicino a Place de la Contrescarpe, quello arabo con la chicha e il tè alla menta. C’est génial! In mezz’ora siamo là. C’è posto questa volta. Grande atmosfera, veramente rilassante. Chicha alla mela, sapore senza fumi, aria pulita. Siamo tutti tranquilli, chiacchieriamo e il tempo passa leggero, qui si corre sempre altrimenti. Ci lamentiamo tutti delle inutili televisioni al plasma in un locale per il resto perfetto. Il tè alla menta è rilassante: dolce e caldo, con qualche pezzetto di foglia. Rientriamo al foyer per mezzanotte, contenti della bella e inattesa serata, la mia ultima a Parigi per una settimana.

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

per info : non credo che quel piatto era un cassoulet piutosto une choucroute !

2:02 PM

 
Anonymous Anonymous said...

fosse, quel piatto fosse,s.v.p.
Era certamente una choucroute ma..suff. in cibo e gravemente insuff. in verbi.

12:49 PM

 

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