treiziéme jour
Seconda giornata di corsi. Inizio Sociologie des societées européenne. L'aula è cambiata e capito in un corso di Etnologia, ho un minuto di panico prima di capire che non è questo e arrivo nell'aula giusta. Saremo una ventina, almeno cinque erasmus. Effettivamente molto europeo come corso. Ci fornisce una serie di articoli già fotocopiati, dovremo preparare un esposizione orale e un riassunto ragionato. Si inizia parlando dei limiti dell'Europa, inizia dove, finisce dove. La riforma 3+2 a prima vista ha penalizzato anche la Francia. Nessuno sa dire “Poitiers” o “Turchi alle porte di Vienna”. Altre due ore sempre dello stesso corso, sulle teorie dell'azione nel contesto pubblico. Esco, torno al foyer, prendo un foglio e vado ad aprire un conto in banca, in Francia per il primo anno è gratuito ed è indispensabile per tutto. Per esempio per avere l'abbonamento della metro-bus. Ora ho un conto italiano e uno estero, c'è caso che incarcerino me invece di chi fa trasferimenti miliardari su conti fittizi. L'unico avvenimento del pomeriggio è una viennoise au chocolat da Paul. La sera non porta novità. A parte un libretto abbastanza banale sulla vita a Montmartre ai tempi di Picasso, una discussione sui diritti degli stranieri con una ragazza rumena che studia qui, ma ha avuto decine di problemi. Non ha ancora un'assicurazione sanitaria, non può lavorare senza, la burocrazia non l'aiuta. Nemmeno qui è il paradiso. La giornata più densa nella pratica: 4 ore di corsi, un conto in banca, un abbonamento alla metro; il post più corto. Parigi si gode nei tempi vuoti, negli spazi lisci (come li chiama Deleuze), nelle bolle d'aria.
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