Septieme jour
Ci sono anche giorni in cui c’è poco da raccontare. Solito mercato-e pain au chocolat, bien sur-, solito autobus solito corso. Dopo il corso una riunione sui corsi, un giro alla Sorbona. La sola Paris V ha 32.500 (trentaduemilacinquecento) studenti. Si capisce perché il segretariato non sappia cosa fa l’ufficio relazioni internazionali, sociologia non sa cosa fa linguistica, i fogli con i corsi siano finiti, nessuno sa quando si inizia e dove, che corsi ci sono. C’è di buono che qui i corsi continuano se funzionano, se no vengono cancellati, e il piano di studi si rifà. Sarà perché non amano l’anglofonia, ma nemmeno internet sembra godere di buona fama. Tutto su carta, tutto più complesso. Rimbalzo un po’ in giro per spiegare che voglio un melange di Sociologie e Sciences du langage. A sera ho finalmente -quasi- tutto quello che mi serve. Sguazzo un po’ in piscina prima che chiuda, mando qualche mail e dopo cena abbozzo un piano di studi. Chi non vuole leggere della nostra reputazione all’estero salti le [..]
[A cena si parla di politica tedesca, del risultato delle elezioni e del fatto che una coalizione Spd-Cdu potrebbe immobilizzare il paese. Sono tentato di buttare lì qualcosa su Berlusconi per animare la situazione, ma taccio -se non lo dicono loro, mica fesso. Ma ecco, puntuale come una crisi di governo il tedesco cala su di me come grandine dal cielo “E toi, qu-est ce que tu penses de Monsieur Berlusconi?” Eccoci. “Avant tout je pense qu’il ne soit pas un Monsieur”. Si finisce a parlare di B. Tutti ridono, io mi metto solo le mani sulla faccia. Sanno del trapianto di capelli, dicono che hanno molte notizie in tv su B. “je peux bien comprendere pourquoi!”. Padre mio, padre mio, perché mi hai abbandonato?
Corsi che hanno un bel nome: “Sociologie des sociétés européennes” e “Vie quotidienne, imaginaire et postmodernité”. C’è la possibilità che possa scegliere qualche corso da filosofia -che alla Sorbonne…. Chissà!
Risolleviamo il livello dello scritto con Montesquieu “Si dice che l’uomo è un animale socievole. Sotto questo punto di vista, un francese mi pare più uomo di un altro, è l’uomo per eccellenza, perché sembra nato unicamente per la società; e ho notato fra loro individui che non sono solo socievoli, sono addirittura la Società Universale. Si moltiplicano in tutti gli angoli, popolano in un momento i quattro quartieri della città [..] agli occhi di uno straniero potrebbero colmare i vuoti della peste o della carestia.” (Lettere Persiane, lettera LXXXVII)
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