Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Tuesday, September 27, 2005

douzième jour

Quando mi sveglio è ancora buio. Non sono troppo stanco e in una mezzora sono fuori. Faccio la carte orange per la metrò e arrivo puntuale, alle 8.30 alla Sorbonne, corso di “Vie quotidienne, imaginaire, Post Modernitè, professor M. Maffesoli, nonché nostro responsabile erasmus a Parigi. Si presenta in gessato, papillon e mont blanc. L’aula non è all’altezza, ma siamo in quindici circa. Qui posso seguire i corsi di Master e il salto di qualità (per numero di studenti e contatto con i docenti) è impressionante rispetto a una triennale. Durkheim, Durand e Maffesoli in bibliografia obbligatoria, altri dieci tra gli opzionali. Un’ora e mezza senza pause, anche questo migliore delle due ore con la mezz’ora di pausa di Bologna che non ho mai capito. Forse è legato al rito del Caffè: un quarto d’ora più tardi la mattina per il cappuccino e un quarto d’ora di pausa per l’espresso. Finita la lezione io e Sonia fissiamo un appuntamento alle 16 per parlare del nostro piano di studi. C’è tempo di tornare a casa, pranzare (insalata, patè de campagne) e ritrovarsi alle 15.30. Il pover’uomo abita in rue Curie, a dieci metri dalla Sorbonne, a cinque dal Luxembourg e riceve a casa sua. Sesto piano di un edificio Art nouveau. Ci fa accomodare in salotto: pareti di libri, moquette, scrivania in legno con tanto di teschio, foto di Nietzsche, Heidegger e Weber. Noi seduti sul divano di pelle, lui su un seggio in legno con leoni alla fine dei braccioli. La Santa Inquisizione direte voi. E invece no, nonostante il classicismo dello studio un uomo affabile, disponibile al dialogo e molto, molto indulgente. Ci dice che possiamo fare ciò che vogliamo, se va bene alla burocrazia allora va bene anche a lui, non è necessario fare solo esami di Sciences Sociales, Parigi ha molto da offrire (ah si?). Non fate troppo, godetevi la città, dove abitate? Per l’esame potete preparare un petit memoire di una decina di pagine. Grazie, a presto.
Questo toglie un discreto numero di preoccupazioni su “Quali esami fare, dove trovarli, cosa convalidare, come fare?” E’ bello risolvere problemi. Mi premio con una “pomme de terre”: involtino di cioccolato-cacao-burro-canditi avvolto da cialda coperta di cacao. Consigliato dai migliori dietisti. Passo in banca a prendere un appuntamento per aprire un conto e poi al Centre Pompidou per fare il pass annuale: tutte le esposizioni, tutto il cinema, accesso preferenziale dalla piazza (che è quasi la cosa più importante). La tessera me la fanno sul posto, con uno di quegli aggeggi che stampano carte plastificate, foto inclusa. C’è in corso un’esposizione sulle rivoluzioni nell’arte del 900, a partire dalle collezioni del museo disposte non più in ordine cronologico, ma tematico (decostruzione, distruzione, sesso, guerra ..). Il Time ne parlava come di un avvenimento. In effetti può essere l’inaugurazione di un museo à la carte: ridisporre ogni tre mesi le opere secondo criteri nuovi. Si creano nuovi percorsi, nuove sintassi e significati. Da ottobre inoltre una mostra sul DADA, conferenze su Godard, Deleuze, una retrospettiva su Scorsese. E il naufragar m’è dolce.
Altra serata senza accadimenti, scrivere ogni giorno -anche cronache banali- richiede un po’ di dedizione. Mi sto esercitando a una scrittura veloce, sincopata; colori semplici, tono su tono, descrizioni concrete. E pensare che amo Proust.

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