Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Sunday, September 25, 2005

dixieme jour

E’ arrivata la brutta stagione. Come un cambio netto di salinità in mare. Ieri si pranzava all’aperto, ci si stendeva sull’erba. Oggi una coperta di fumo grigio nasconde il sole, stasera pioverà. Ovviamente questo chiude delle possibilità, ma ne apre molte di più. Tè bollenti su divani di velluto, fino a ieri impraticabili, cioccolata, giornate chiusi in un museo senza colpe, studio.
La mattina passa senza accadimenti, esco a fare la spesa, compro un po’ di formaggi: camembert, cabecou, chevre. Ho deciso di sperimentarne un buon numero durante l’anno. Piatti veloci, freschi, leggeri. A pranzo le italiane si fanno chef e dirigono dei lavori di costruzione pasto italiano. La pasta francese non collabora, ma il risultato è comunque buono. Fusilli, pancetta, zucchine.
Al pomeriggio decido di andare alla biblioteca del Centre Pompidou. Tre piani aperti, internet, giornali. Nessun libro può uscire, quindi si trova tutto. Silenzioso, conciliante. Un po’ troppa gente che passeggia, ma si può scegliere un posto strategico. Peccato che la cafétéria sia in appalto alle macchine automatiche, i croissantes implasticati, l’ambiente freddo. Leggo un po’ di Deleuze. La ricerca della complessità a tutti i costi, si inventano parole, si complica la linearità. Ma è lo scopo del saggio, intitolato “Rizoma”, contro le ripartizioni binarie, le linee di relazione, il significato sottomesso al potere. Come mi dissero “E’ Deleuze. Prima devi sbatterlo contro un muro, poi diventa bello”. E’ vero, bisogna farsi conquistare, perdere una logica e seguirne un’altra. E’ un pazzo, e questo è chiaro, ma molto affascinante. In francese poi, non vi dico.
Esco, mi promeno un po’, leggo dell’Italia. Ho comprato Liberation, in prima pagina la riapertura della Cinémathèque française lunedì dopo alcuni anni. Non so se la mia sia fortuna o una trappola prima della disfatta a vita. Comunque c’è un pass mensile per vedere Tutto a 10 euro, l’edificio è di Ghery, la programmazione è serrata. Anche al Centre c’è un pass, 22 euro annuali, tutte le esposizioni, tutti i film, accesso riservato dalla piazza (ovvero: non si fa la fila).
La sera Camembert, insalata e cabecou. Poi guardiamo un mio dvd: Dancer in the Dark. Terribile, straziante. Restiamo in tre a vederlo, oltre a me Robert, tedesco, e X, ungherese. Occhi rossi per tutti alla fine. Bello, bellissimo, ma da star male. Ieri sera tristi per l’economia, stasera per il film. Fortunatamente prima di andare a dormire ridiamo un po’ mentre cerchiamo di salvare un ragazzo che è rimasto fuori dopo la chiusura del Foyer, parliamo con lui dall’apertura per la posta, andiamo a chiamare la permanenza notturna -incarnata da Sophie- e lo sventurato entra. Buona notte.

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