Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Tuesday, December 13, 2005

Septante et sixième septième jour

Sabato. Che ho fatto sabato? So che sono andato al mercato. Al pomeriggio?
Cinémathéque! Vedo Beetlejuice di Tim Burton, uno dei suoi primi film, con un grande Michael Keaton. La scena di loro a tavola che ballano Day-ho di Belafonte è una delle scene più divertenti di sempre. E’ una “seance jeune public”, quindi ci sono molti infanti, molti habitués che si salutano prima dell’inizio. Entra una ragazza della Ciné per presentare il film “Benvenuti, bla bla sapete questo film bla bla Tim Burton, lo conoscete?” Qualche mano alzata, un bambino scuote la testa. Inizia il dialogo da Oscar(©) per la sceneggiatura:
“Non lo conosci?”
“Si, solo che non mi interessano gli autori”
“Come non ti interessano gli autori?”
“E’ che credo non sia tanto importante sapere chi è l’autore, conta più il film”
“Ma comunque è interessante conoscere la filmografia, sapere cosa hanno fatto..”
E il genio “J’ai des autres pensées*”.
Io rido perché ci vedo dietro l’educazione dei genitori illuministi che hanno creato questa diabolica macchina distruggi-critici.
Torno al foyer e la sera si organizza un’uscita italiana tra copain di Sonia e altri amici. Andiamo a mangiare una crepe da Josselin, in rue Montparnasse. Una Crepe. Alla farina scura, buonissima, croccante, molto bretone. Bello il posto, peccato che come per tutte le superstar ci sia la fila fuori e ci si senta un po’ pressati ad andarsene. Tutta la via comunque è paradiso di crepe.
Poi andiamo in rue oberkampf, poi torno, poi si chiacchiera in camera mia, poi facciamo tardi senza accorgercene.

*ho altre idee a riguardo/sono di un altro avviso

Domenica. Mattina a casa. Pomeriggio ho un rendez-vous con Yoko per correggere il nostro dossier di Sociologia europea. Vado da lei. Parto molto in anticipo per fare una passeggiata lungo il canale Saint Martin, da Jaures a Bastille. Un angolo poco conosciuto di Parigi che potrebbe essere il centro di una seconda città. Meno popolata, ma con café altrettanto belli. Ci sono le chiuse, gli alberi che si piegano sull’acqua, dei ponti di ferro verfdi che attraversano. E’ qui che Amelie libera il suo pesce. A un certo punto il canale gira a sinistra, dove quattro negozi colorati sottolineano la svolta. Anche io lo lascio qui, ma entra di diritto nella mia top ten parigina. A’ bientôt. Lavoro con Yoko, che vive con il suo ragazzo italiano. Beviamo un tè, mangiamo una fetta di torta. Rientro al foyer, dove si prepara una pasta ai molti formaggi (Rocquefort, Brie, Camembert, Chevre, Moulleaux, Parmigiano) che si digerisce poi passeggiando un po’ per il quartiere, fino a Bastille.

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