Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Wednesday, November 09, 2005

quarante et cinquième jour

Domenica pubblicata con qualche giorno di ritardo. Sono troppo stanco adesso per parlarvi della banlieu parigina, lo farò domani, anzi dopodomani (domani: Corsi Senza Interruzione Dalle 11 alle 21, non sopravvivrò). Intanto oggi me la prendo comoda, ho poca fame, mangio un’insalata, leggo un po’, mi distendo. Alle 14.30 ho un appuntamento: A bout de souffle di Godard. Questa volta arrivo 40 minuti prima e prendo il biglietto. Arrivando metto i pugni in tasca per ripararmi dal vento, mentre aspetto leggo Liberation. Mi sento molto nouvelle vague. Un po’ soixante-huitard
Scopro oggi che la Ciné e la Bnf sono a cinque minuti di distanza, dall’una si vede l’altra. A fine 2006 faranno anche un ponte pedonale come collegamento diretto. Avrebbero potuto intitolarmelo, ma chissà come hanno preferito la De Beauvoir.
Entro alla ciné e attendo. Attendo. Dieci minuti. Quindici. Iniziano le proteste: “vous êtes en rétard!”… “vous êtes souvent en rétard!”. Venti minuti e inizia.
Non serve che sia io a dirvi che è un capolavoro. Non credevo lo avrei amato così tanto. Mi ricorda un po’ Il sorpasso (“Torìno, Genòva, Roma”). Belmondo vi guarda mentre guida e dice "Si vous n'aimez pas la mer, si vous n'aimez pas la montagne, si vous n'aimez pas la ville... allez vous faire foutre". Non è la camera che lo inquadra frontalmente, parla proprio allo spettatore.
E tutto il film è una soggettiva, frenetica, jazz. Il film che interpreta meglio il ritmo parigino. Lui che si pulisce le scarpe con Le Figaro -siamo nel 1960- e si innamora di un’americana che vende l’Herald Tribune sugli Champs Elysée. Se no l’avete visto il faut le faire!
Finito il film attraverso il parc de Bercy e vado alla Bnf. C’è il sole e tanti bambini che giocano nel parco. Alla Bnf tutte le sale sono “saturée”. Come il centro per lo shopping, solo che qui si tratta di una biblioteca. Una bibliotecca -mix tra biblio e mecca-. E’ una moda venire qui il sabato e domenica a studiare. Impensabile per italiani, tedeschi, spagnoli. Non vuol dire che gli studenti francesi siano I migliori al mondo, ma. Quelle che vedete sono la tour des lettres e la tour de temps, ce ne sono altre due.
Mi siedo su una comodissima poltrona nel couloir che dà sul giardino. Ambiente tranquillo, sedia bassa in modo da poter appoggiare i libri per terra. Avevo previsto l’affluenza e ho portato il computer. Scrivo qualche riga di memoire per il pessimo corso di Economia della cultura. Ascolto musica e vedo la gente passare. Esco che è buio, torno al foyer.
La sera ceno con Solange e Naima con un chili della Reunion. Queste hanno il peperoncino più forte al mondo. Io ho provato a importarne dal mio fornitore di fiducia, ma la competizione è persa per manifesta inferiorità tecnica. La cucina alla domenica sera è la banlieu del foyer, senza polizia per giunta. L’OMS non abita qui. Dopocena una birra con Johannes: Europa, banlieu, università. Voilat.

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