Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Monday, November 21, 2005

Cinquante et septième jour

Sabato finalmente in forma. Alle 10 incontro Naima e andiamo dall’Alsaziano del mercato, compriamo un croissant, un pane con del muesli e dei biscotti con un’ottima apparenza. Buoni croissant e pane, i biscotti si rivelano delle pietre camuffate da biscotti. Immangiabili. Usciamo in una mattinata gelida benché azzurra. Museo Jacquemart André dove, dopo settimane a parlare della politica italiana, prendo la mia rivincita con il Rinascimento. E mica artisti da niente: Paolo Uccello, Mantegna, Botticini, Botticelli. Restiamo due ore senza accorgercene. Poi lei deve comprare un cappotto e dei guanti, dove se non alle Galeries La Fayette? E’ la risposta insieme più immediata e meno sensata tra tutte. Dovete sapere che entrando in un grande magazzino divento sempre un po’ marxista. Da una parte critico il capitalismo sfrenato dall’altra entro a farne parte e marcio come un alienato tra schiere di acquirenti unidimensionali. E’ la follia. Una sorta di discarica del lusso, con mucchi di vestiti, scarpe, luci e musica. Puntano alla bulimia da acquisto come risultato dell’overdose. Ora immaginatevi la scena. Io non ho mai comprato un cappotto da donna, lei viene dalla Reunion, secondo voi quanti cappotti per l’inverno (cosa?) ha scelto in vita sua? Ne prova un paio poi cede all’evidenza, non è il posto adatto, troppa scelta è peggio che niente in certi casi. Già che ci siamo andiamo a Les halles dove, vista l’ora decidiamo di mangiare prima di tutto. Sarà tutto, entrambi ne abbiamo abbastanza di acquisti -non conclusi per giunta-. Rientriamo al foyer ubriachi di stanchezza. Io leggo e sonnecchio un po’, la cena sarà un tè con un flan alla frutta, essendo il pranzo stato alle 15. Dopocena si esce e si ritorna al cafè in rue Saint Sebastien. La musica è decisamente peggio, il cous cous lo assaggiamo appena, poi arriva l’orda spagnola di amici di Adriana, galvanizzati dalla vittoria del Barça 3-1 contro Madrid. La serata non mi entusiasma, alle 11 sono rientrato e ho la malsana idea di guardare “Salò” di Pasolini. Ho la nausea per due ore, poi fatico ad addormentarmi. Un film sadico, negli intenti e nel risultato. Da non rivedere.

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