Cinquante et neuvième jour
Lunedì comincia con il solito corso di “postmodernità e i suoi derivati”. Il concetto chiave di oggi è che siamo passati da un mondo di individui a un mondo di persone. L’individuo resta a livello fisico chimico, a livello psico-socio-comportamentale ognuno è più persone. Per dire che posso essere da un lato un razzista omofobico col feticcio dei diserbanti e poi comprare tutti giorni fiori dall’arabo omosessuale all’angolo. Semplice no?
A seguito una carbonara a casa di Sonia con presentazione del suo exposé su Moro. Pasta e brigate rosse: le due anime dell’Italia (ci starebbe un libro). Ritornando a casa compro un bollitore elettrico per potermi fare il tè quando-mi-va-in-camera-mia e passo a prenotare un ostello per natale (purtroppo al foyer non posso ospitare estranei, nemmeno copine). Il mio ragionamento è stato: abito a venti minuti da qui, è stupido prenotare via internet. No. Arrivo là, parlo con l’addetta. Se pago con carta di credito pago tutto il periodo, non solo la prima notte come via internet. “Allora pago in contanti”. Ok, 26 euro. Ne ho 20. “Vado a ritirarli” Ok, poi però devi farteli cambiare e portarmeli giusti, non posso dare il resto. “Eh?”. Sono due casse separate. … Facciamo così: vado a casa e vi mando la prenotazione via internet. Ok. Meglio.
Vado in effetti a casa, invio, faccio una doccia, studio, ceno, chiacchiere in camera. Titoli di coda.
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