Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Saturday, June 17, 2006

Cal-do/cio

Quando poi fa caldo, fa caldo davvero. Si cambia di dieci gradi in due giorni. E ci si lamenta come prima si faceva del freddo. La città risplende, i parchi sono pieni come le galeries la fayette il weekend, il consumo di liquidi aumenta drasticamente. Ma se vuoi andare in una piscina all’aperto c’è un’ora di coda. Se prendi il Metro rischi lo svenimento, i ristoranti con terrazza sono pieni, il mare è lontano. In poco tempo ho cambiato le mie idee circa il cinema d’estate. Ottimo luogo in cui stare al fresco un paio d’ore (arrivare in anticipo è consigliato). Film: “Bled number one” una serie di storie dure trattate con leggerezza che si incrociano senza mai terminare in un villaggio al sud dell’Algeria. “Seven Chances” di Buster Keaton: lui deve sposarsi entro le 7 di sera per ricevere un’eredità milionaria. Idee cinematografiche geniali (il tempo che passa, mostrato attraverso il cane che cresce), sequenze comiche ancora valide a 70 anni di distanza (lui inseguito da pietre rotolanti e spose furiose). Capolavoro.
Oppure si possono scegliere i musei. L’Orangerie riapre dopo sei anni. Le ninfee di Monet sono finalmente ben illuminate (muri bianchi, luce naturale filtrata da un telo sul soffitto a vetri), da lontano ci si immerge nelle macchie di colore senza forma, si va alla deriva. Da vicino si seguono i tratti del pennello, la materia blu, verde, gialla. Poi a sorpresa una collezione bellissima tra Modigliani, Picasso, Utrillo, quello che Paul Guillaume non ha venduto.
Lo stesso pomeriggio al Louvre, ora tarda, museo deserto, poco tempo ma in libertà.
Johannes, che è stato con me tutto il giorno, passando a fianco di un piccolo giardino vicino alla Senna in cui abita una statua di Voltaire crea la frase perfetta per definire l’unicità di Parigi:

“In Germania nei giardini mettiamo gli gnomi, qui c’è Voltaire”

Mi chiedono poi di come sia la Coppa del Mondo in uno studentato pieno di gente ad tutta Europa. Molto sportivo, si guardano le partite con i rappresentanti nazionali delle squadre. Stereotipi a pioggia (gli italiani segnano e poi fanno catenaccio, i tedeschi solo di testa). Fortunatamente il pareggio della Francia permette la rivincita alla minoranza estera. L’unica cosa su cui tutti concordano è il contro-tifo per l’Inghilterra, che ci mette del suo giocando malissimo. E’ bello sentirsi chiedere “Quando giocate voi?”. Ma per apprezzare la ricchezza multiculturale del posto non c’era bisogno di aspettare il calcio, bastano quattro chiacchiere la sera, una passeggiata in un parco, cucinare insieme.

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