Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Sunday, May 21, 2006

Pensieri spettinati

Le settimane vanno sempre più veloci. Per esempio non so più quando collocare un gelato al caramello al burro salato da Berthillon, sull’Ile saint louis. E nemmeno “La donna di Shanghai” di Orson Welles con la Hayworth (seguito da “Gilda” in cui lei appare strappando applausi a ogni movimento dei capelli, uomini svengono in sala quando canta “put the blame on mame, boy” mentre si sfila il lungo guanto nero). In compenso so di venire da una notte al cinema (Nuit Almodovar allo Champo). Volver è un capolavoro, forse il suo film migliore. Citazioni di cinema italiano, pale per l’energia eolica nella mancha dei mulini a vento di Cervantes. Almodovar sa penetrare nel senso comune per servirsene a piacere. La satira della Tv non è mai stata così feroce, la sceneggiatura è sempre geniale. Colori caldi, sensuali, Hopper soprattutto. Le vite si intrecciano davanti alla camera, sembra tutto separato, ma qualcosa lega sempre ogni molecola alle altre. Riflessione sul potere evocativo del cinema. Morti tornano in vita, si possono spiare il quotidiano e il soprannaturale allo stesso tempo. Penelope Cruz, mai cosi bella, è ripresa come una diva popolare italiana. I sentimenti e i ricordi sono vivi negli oggetti, non apparizioni eteree (fumo, arpe, luce diffusa) ma carne e ossa. I personaggi cambiano identità e ruoli secondo l’improvvisazione scenica, la musica spagnola non lascia respirare. Gli altri due film della notte sono “Tacchi a spillo” e “Matador”. Meglio il primo del secondo, la scena con la traduttrice per sordo-muti è da storia del cinema. Sempre in settimana “Hable con ella”, uno dei film più forti mai realizzati. Movimenti della camera misurati, tema? vita, morte e altre sciocchezze. Come viviamo, per noi, per gli altri.
Giovedì (ricordo la data!) vado alla presentazione di un disco alla Defense: Musica nuda 2 di Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso).
Un capolavoro, due virtuosi con difficoltà in francese e tanta modestia. Passare dai beatles a Haendel nello spazio di una canzone non è banale. Si cantano “Over the rainbow” e “Quant’è buono il cacio con le pere” nello stesso album, per dire che quello che conta è la musica, come la si fa, come la si ascolta. E qui la si fa ai massimi livelli, divertendosi pure. Ascoltarla è un piacere, peccato non provarlo.

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