Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Saturday, May 06, 2006

aggiornamento

Questa settimana registra un fatto grave, inatteso quanto inevitabile, scioccante. Per la prima volta ho in mano il calendario della Cinémathèque, scorro i prossimi film, dico “questo!” e la mia penna sta per marcare una significativa croce di approvazione accanto al titolo, un occhio si sposta sulla destra e legge “luglio” accanto a un numero. Per la prima volta mi confronto con una prova tangibile dell’imminente fine di questo erasmus. A portare un po’ d’aria di casa (e il freddo dopo una settimana di sole) arrivano mammà e papà. Un fine aprile di tranquillità a riscoprire ancora una volta Parigi senza fretta, e approfittare di alcuni lazzi turistici da sempre rinviati (come salire sulla tour eiffel per vedere Parigi come se fosse un plastico). Nella top ten dell’apprezzamento: pulizia, alberi pettinati, giardini curati, posti tranquilli, gente discreta, trattamento dei turisti, spazio e luce nei musei. Ristoranti in place du marché de Sainte Catherine come in un piccolo villaggio, tranquillo e senza fretta.
Mercoledì, arriva una primavera travestita da estate. Gli alberi fioriti attorno a Notre Dame hanno già lasciato andare tutti i petali per il troppo caldo. Il giardino è comunque un paradiso per leggere lontano dal rumore del traffico. Qualcuno suona il sax sul ponte. Le stesse canzoni ripetute a cicli di mezz’ora. Anche my favorite things di Coltrane può stancare.
Dopo un’astinenza settimanale da cinema vedo in serie Brother di Kitano (dove mi ritrovo a fare il tifo per la mafia italiana contro quella giapponese), Donne sull’orlo di una crisi di nervi di Almodovar (dove tutto si incastra perfettamente come in una commedia di Shakespeare, e dove l’unico elemento soporifero è il gazpacho di Carmen Maura, per il resto divertimento puro) e Blow-up di Antonioni, che cogliendomi nel mio momento fotografico entra di diritto tra i mei film preferiti: il significato delle immagini, il ruolo del cinema di mostrare ciò che c’è e ciò che si pensa potrebbe esserci, la passione fisica per il proprio mestiere, gli anni ’60.

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