Paris is a moveable feast ("Festa mobile" Hemingway). Blog su un erasmus a Parigi.

Friday, April 21, 2006

springless

Che poi basterebbe poco. Un respiro profondo, molletta al naso come per uno scherzo, veloce il numero. "CiaoRomanoSonoSilvioHaiVintoTuMaLaProssimaVoltaFaccioIoLeRegole!" pernacchia opzionale e riattacchi. Semplice no?
Tornando a Parigi non so ancora -formalmente- chi sarà il nuovo presidente del Consiglio italiano. Ditemi voi se questo è un paese -sano. Italia spaccata in due. Mi sfugge la sconvolgente novità.
Comunque ritorno a Parigi, con giusto un filo meno di convinzione questa volta. Fortunatamente basta passare su un ponte, spiare una nuvola dietro la Decouverte e ci si sente meglio. Ho parlato con il responsabile meteo di Dio (meteo@regnodeicieli.god) e mi ha confermato che no, niente primavera quest'anno. Siamo stati cattivi, punizione. A Sodoma è andata peggio.
La grande novità di questo rientro è questa: dopo un lungo periodo a pensare "voglio una reflex, voglio una reflex" mi sono ricordato che mio padre HA in effetti una reflex: Minolta x-300 che ha esattamente la mia età, ma scatta ancora come una teenager. "Si però vuoi mettere in digitale?". Ma il suono dell'otturatore, quel rumore metallico che dice "sto-impressionando-la-pellicola" è un piacere che il bip digitale non può riprodurre. Non si scatta a caso, niente schede da giga di spazio. Niente ressa attorno al display tipo "fai vedere com'è venuta" Con una macchina al collo si inizia a segmentare le cose in rettangoli, cercando una foto. A père Lachaise capita di aspettare venti minuti per fotografare un vecchio in impermeabile. Ti avvicini, regoli il fuoco, scegli tempo e apertura e: una ragazza vestita di rosso si siede a fianco e inizia a inviare sms. Aspetti che se ne vada. Non se ne va. Aspetti che si alzi lui e scatti. Bisognerà aspettare, e vedere cosa ne esce.
Uscendo dal cinema invece (notate il ponte assurdo alla Rai2) dopo aver visto "Inside man" di Spike Lee uno si dice "What a fucking good movie" (con accento del Texas se possibile). Un film su una rapina in banca. Banale. Citazioni di "Quel pomeriggio di un giorno da cani", fumo, poliziotti, negoziatore. Dato in mano a quel rapper mancato di Spike Lee diventa un capolavoro. Non che tutto ciò che tocca diventi oro (vedere la 25' ora), ma qui c'è abbastanza ritmo e tecnica di ripresa per produrre una serie. La sceneggiatura è perfetta, come dice Clive Owen "Pay strict attention to what I say because I choose my words carefully and I never repeat myself". A parte la morale su chi sono i buoni chi i cattivi, sul rispetto dei diritti dell'uomo (in pratica il film è un'applicazione "micro" del Patriot Act) è il modo in cui si muovono le camere che impressiona. Vortici attorno ai personaggi, travelling e zoom a piene mani, i flash forward girati in digitale. Vederlo necesse.

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